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Alla Galleria Perl'A retrospettiva di Giuseppe Santomaso

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[27/07] Nell'accogliente spazio della “Galleria Perl'A”, in Salizada San Samuele 3216, è stata allestita una prestigiosa Mostra retrospettiva con le opere del grande Artista veneziano Giusppe Santomaso (1907/1990), in occasione dei 20 anni dalla sua scomparsa.

E' una Mostra importante, che fa seguito alla grande retrospettiva di Santomaso tenutasi nel 2008 presso la Fondazione G. Cini nell'Isola di San Giorgio Maggiore a Venezia, per la presenza di alcune opere inedite per la nostra Città  e tutte, comunque, di altissimo valore. Fa testo a questo proposito il grande arazzo ( opera unica) del 1956 ” Senza titolo” che si evidenzia per la grande coerenza stilistica e formale, ricco di un cromatismo dalle intime sfumature. L' opera venne presentata e premiata al prestigioso “Premio Marzotto” proprio nel medesimo anno di realizzazione.L'avvenimento, curato dalla condutrice della Art Gallery in Venice Perl'A ( Partnership Studio d' Arte G.R. ) Sig.ra Franca Sanna, è stato presentato da Franco Batacchi e Giovanni Granzotto in un contenuto ma esaustivo catalogo ( Ed. Il sogno di Polifilo ) ricco di notizie inerenti e di fotografie delle opere esposte, nonchè del Maestro in periodi diversi della sua vita artistica.

Non sono moltissimi i dipinti presenti a questa Esposizione, ma si affacciano uno per uno alla ribalta con l'impegno di rappresentare momenti topici del percorso artistico del Maestro. Oltre al già  citato arazzo del 1956, spicca il “Trittico dell'Angelo” del 1946, già  esposto nella sala del “Ristorante all'Angelo” a Venezia, in cui si legge un Santomaso ancora propenso ad un figurativismo “arcaico” ricco di movimento in cui le sinuose immagini si snodano lungo il percorso dei tre teleri senza soluzione di continuità , in una sorta di “biblia pauperum“, dando allo spettatore un senso dinamico del racconto svolto sullo sfondo di una Venezia chiaroscurale ammantata da un velo di animistica memoria, nel cui spazio uomini, cose ed animali si incontrano per donarsi vicendevolmente . Andando a ritroso nel tempo si incontra una deliziosa natura morta ” Senza titolo ” del 1939 ove una perfetta divisione dell'area dipinta accoglie oggetti del quotidiano avvolti in una limpida luminosità  che li esalta sottolineando la lirica composizione dalle semplici modalità  morandiane.

La tela “Senza titolo” del 1947 fa pensare ad uno scorcio lagunare con barche, tutto giocato su guizzi di complementari brillanti e terre spente, con una grafia dalle solide pennellate che si avvia verso il limite della dissoluzione informale fornendo all'osservatore attimi di incantamento nostalgico; scioglimento segnico che pare già  avvenuto in una tela ” Senza titolo ” del 1953 che si avvale di un'alternanza di grigi e bianchi per dare vita ad un componimento ormai avulso dalla realtà  in cui la pittura si fa apparizione innervata di sentimento. Ambedue queste opere sono ricche di una ascendenza cèzanniana che lo condurrà , più avanti, nella totale immersione di uno spazialismo addensato di luce e di spiritualità .

Lo è, altrettanto, l'olio del 1953 “Paesaggio verde” il cui fondale appare illuminato di un chiarore equoreo sulla cui superfice il Maestro ha dato vita ad una euritmia compositiva dalle solide cromie, che agita dinamicamente tutto il racconto il quale sembra risuonare di un canto antico quanto le velme e le barene della nostra laguna, una immersione in un mondo onirico dalle solide radici veneziane appartenente unicamente alla nostra storia, alla nostra cultura e non solo pittorica, in cui il colore e la luce sono elementi indispensabili per tratteggiare un popolo e la natura da cui proveniamo tutti noi e, a maggior ragione, un traduttore di emozioni qual'era Santomaso.

In un piccolo soppalco della Galleria ho incontrato, oltre ad una serie di deliziose opere di taglio minore, quello che ha colpito maggiormente i miei sensi, un'opera del 1960 “Senza titolo” ( che qui appare sopra la testata ) – tecnica mista su carta – che compendia, a mio modesto avviso, tutta l'Arte dell'Autore: la sua volontà  di sintesi, la ricerca di quella luce che altro non è se non l'avvio alla trascendenza, l'inizio della strada che conduce al misticismo. Qui tutto è portato alle estreme conseguenze di un ardire pittorico, il segno grafico è sottile, metafora di una narrazione ricca di sfumature, le cromie hanno la levità  di nuvole che attraversano un cielo primaverile. E' un dipinto che sfugge alla costrizione della cornice, si allarga davanti ai nostri occhi e raggiunge l'animo dell'osservatore, un'opera unica nel suo essere rappresentante della sensibilità  del proprio Artefice, pensiero senza tempo, una fantasia capace di tramutare il segno, impronta vibrante della coscienza dell'Artista.

Al tempo stesso si offre come guida verso il cammino delle future ricerche sull'espansione della luce e dello spazio che diedero vita alle stupefacenti opere degli anni '60/'80 di cui questa Mostra presenta alcuni pezzi di assoluto valore. Trattasi di opere “Senza titolo ” alcune di tecnica calcografica, altre in olio su tela, altre ancora in tecnica mista su carta e su tela, in tutte si legge una sorta di respiro cosmico, un anemos esistenziale, una spasmodica analisi sulle ragioni dell'essere qui tradotte con un linguaggio esente da ogni orpello, ricco solamente di elegiaca contrapposizione cromatica in cui la luminosità  si fa conduttore di speranza.

Può sembrare inutile ribadirlo, ma da queste opere si evince come Santomaso avesse ormai staccato gli ormeggi dagli antichi porti delle passate avanguardie e navigasse con la sua magnifica nave che atteneva solamente a Lui, alla sua sensibilità , alla sua appartenenza al sodalizio dei padri veneziani che, soli, potevano avergli innervato il senso della luce e del colore, ove ogni segno si scioglie nella meraviglia del veduto con gli occhi dell'anima e si spalma sulle superfici galleggiando sopra il mare della fantasia.

Molto ancora ci sarebbe da raccontare sull'Arte di questo veneziano che conosceva il mondo e ne seppe fare un giardino dove cogliere fiori meravigliosi, per esempio parlare della sua conoscenza dell'arte incisoria a mezzo della quale realizzò opere di altissimo livello e per le quali venne più volte premiato in ambito internazionale. Della sua amicizia con i più grandi artisti del novecento, con alcuni dei quali spesso collaborò, della Biennale di Venezia a cui partecipò più volte e dove nel '54 gli fu assegnato il Premio Internazionale per la pittura e molto, molto altro. Purtroppo lo spazio mi impedisce una rassegna più ampia e rimando tutti gli appassionati al Catalogo che accompagna la Mostra per avere maggiori e più esaustive notizie sul Maestro e sulla sua figura di Artista ormai appartenente alla Storia dell'Arte.

Vorrei ricordare ai nostri lettori che l'Esposizione, presso la Galleria Perl'A, già  prevista ultimare il 19 Luglio è stata prorogata alla fine del mese e forse oltre, dato il successo ottenuto e la particolare qualità  della stessa.

Spero di avervi fatto partecipi della mia emozione provata innanzi alle opere di Giuseooe Santomaso, chè tale è stato il mio intento principale, e nell'invitarvi a visitare la Mostra do a tutti l'arrivederci al prossimo Avvenimento artistico.

Venezia, Luglio 2010

Giorgio Pilla – Critico d'Arte

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