A Tina Anselmi, mancata a 89 anni nella sua Castelfranco, la gratitudine di un Paese vero.
La gratitudine delle Donne, per le quali è stata esempio e sorella capace di infondere fiducia e lungimiranza culturale.
La gratitudine dei suoi alunni dei quali è stata Maestra
La gratitudine della Resistenza di una donna di fede e di coraggio, che dopo aver assistito nel trevigiano all’impiccagione di 31 partigiani, sceglie la lotta accanto ai più deboli e ai perseguitati prendendo il nome di Gabriella.
La gratitudine per la sua lotta affinché nascesse in Italia il Sistema sanitario nazionale, per essere diventata Ministra del lavoro, settore da sempre declinato al maschile.
La gratitudine per la sua semplicità, il suo riserbo e il suo rigore.
La gratitudine per essere stata Madre di figlie e figli che da lei tanto hanno imparato.
La gratitudine per il suo impegno civile nel presiedere la Commissione P2, assegnatole da Nilde Iotti nell’81.
La gratitudine per esserci stata, nel mondo, per migliorare anche noi.
La gratitudine per la terra che ha seminato.
La gratitudine per le sue mani che quella terra l’hanno lavorata e curata con sapienza.
La gratitudine di quel Paese che la rimpiange e che la pensa con nostalgia.
La gratitudine di uno smarrimento, che ci assale, ora che ci ha lasciato.
La gratitudine che si rinnova in seme: ricordiamoci di annaffiarla.
Andreina Corso
02/11/2016