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Acqua contaminata a Treviso, tecnici Arpav cercano cause con gli isotopi

Proseguono le attività di monitoraggio del mercurio nelle acque sotterranee delle zone interessate dall'inquinamento a Preganziol, Treviso, Quinto di Treviso e Casier e negli eventuali altri comuni interessati o potenzialmente interessati

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Non usate le acque dei pozzi nelle zone indicate. Lo fa sapere l’Arpav in un documento che contiene diverse avvertenze.

In accordo con la Regione del Veneto, infatti, proseguono le attività di monitoraggio del mercurio nelle acque sotterranee delle zone interessate dall’inquinamento a Preganziol, Treviso, Quinto di Treviso e Casier e negli eventuali altri comuni interessati o potenzialmente interessati.

L’Arpav sta continuando con l’attività di monitoraggio ed ora, dopo aver circostanziato la zona interessata, è iniziata la fase di approfondimento alla ricerca delle cause.

L’inquinamento da mercurio è stato rilevato nel 2010 da ARPAV che ha eseguito studi e monitoraggi per individuare l’area inquinata e la sua evoluzione.

In particolare il progetto MeMo “Monitoraggio per l’inquinamento da mercurio in provincia di Treviso”, i cui risultati sono pubblicati su www.arpa.veneto.it, non ha rilevato la presenza di fattori che possano facilitare la formazione di composti organici del mercurio o composti organici di origine artificiale e ha dimostrato l’assenza di attività biologica.

I risultati del progetto MeMo hanno confermato quanto suggerito dalla composizione salina di queste falde profonde, e cioè che siamo in presenza delle specie inorganiche del mercurio associate in prevalenza ad anioni come Cloruro, Ioduro e Bromuro e quindi ad un’origine della contaminazione risalente a più di cinquant’anni fa.

Per approfondire la causa dell’inquinamento, ARPAV ora sta realizzando analisi con isotopi che consentiranno di avere ulteriori elementi di conoscenza del fenomeno.

Infine ARPAV è a disposizione dei Comuni per approfondire la tematica e sollecita le amministrazioni ad intraprendere iniziative rilevanti per l’inquinamento delle falde da Mercurio come:

imporre l’obbligo di allacciamento all’acquedotto, quando presente, in sostituzione dell’utilizzo dell’acqua inquinata del pozzo. Ciò per mettere in sicurezza sanitaria le utenze e ridurre il prelievo con un conseguente effetto favorevole sull’evoluzione dell’inquinamento;

far chiudere le fontane a getto continuo per ridurre l’emungimento e prevenire il passaggio del mercurio alle acque superficiali;

fornire la posizione di pozzi non ancora controllati, prossimi alla zona di indagine, e il nominativo del referente per l’accesso, in modo da consentirne il controllo da parte di ARPAV e ULSS.

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