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8 Marzo 2016, una Favola gialla (dedicata alle bambine). Di Andreina Corso

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C’era una volta una Favola che voleva festeggiare l’8 marzo, essendo anche lei Donna e sapendo che voleva raccontare una storia originale, così come sempre sanno fare le favole, per tradizione e scelta.
Volle così rivolgersi ad una cagnolina, Luna, una dalmata tutta bianca punteggiata di pois neri e intanto corse a prendere la bacchetta magica, che una fata tutta di giallo vestita, le aveva donato per l’occasione. Ben sapendo che non è cosa semplice trasformare il colore nero, quando mai, nessun colore gli si può mescolare, a parte forse il bianco, ma solo se preponderante sul nero.

Luna camminava tranquilla fra le calli e i ponti di Venezia, la sua padroncina, una bimba con le trecce bionde di nome Sofia, le tirava in qua e in là una pallina gialla da tennis, Luna l’inseguiva, la prendeva in bocca e poi, a gambe levate e orecchie in fuga, scappava. Non aveva ancora imparato il gioco, nonostante Sofia gliel’avesse spiegato tante volte, doveva ritornarla, la palla, per poter giocare ancora. Niente, un mistero la testardaggine di quella cagnolina che non voleva proprio capire. Forse era daltonica, non conosceva i colori, forse era distratta, dimenticava presto le parole dette, forse fingeva di essere sorda, la pallina le piaceva troppo..

La Favola si recò a Venezia, scavalcò l’acqua alta con un cenno di bacchetta magica, s’incamminò verso la casa di Sofia e cercò Luna, chiamandola a gran voce. Ora, ben si sa che le cagnoline sono disponibili e affettuose, così andò incontro a Favola che le rivelò un segreto.
“Sono la Favola dell’8 Marzo e ti ho portato un mazzetto di mimose che ti faranno felice”. Porse a Luna un ciuffo di palline gialle piccole e curiose che le guardavano attente la lingua. “Sono palline, e sono belle. Ma non posso giocarci, se le mastico, spariscono”, pensò Luna, interrogandosi sul che fare. Favola sembrò leggerle nei pensieri e rimediò: “Sai, non tutte le cose gialle ci fanno giocare, le mimose si fanno guardare, annusare, mettere in un vasetto pieno d’acqua o fissate sui capelli, così per ricordare la giornata dedicata alla donna…”
“Ma io non sono una donna, sono una cagnolina e le mie palline sono nere…”
“Ma se è solo per questo posso fare subito un miracolo e… uno, due, tre: ecco le palline nere trasformate in giallo più giallo del grano. Sei contenta?”
Ohhh, che bellezza, Luna si rimirava e si leccava le palline nuove di zecca. Poi corse da Sofia che disse Ohhh, come sei bella così dorata, fatti accarezzare!

Sì, disse Luna, però la festa dov’è? Eccola: chiamò Favola che donò alla festeggiata una pallina da tennis tutta d’oro. Luna con un salto la prese al volo, la strinse fra i denti. E scappò a festeggiare a modo suo, l’otto Marzo mentre le sue palline dal manto bianco scintillavano al cielo. Sofia si toccò le trecce gialle e sorrise seguendo le imprese di Luna che con la sua pallina gialla giocava soddisfatta a cederla ai masegni, per poi subito catturarla e leccarla ripetutamente.

Andreina Corso
08/03/2016

(cod favoba)

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