Voce del Verbo
Anticipare
Prima coniugazione Modo infinito
Il tuo nome appare un po’ come la slitta a Natale. Già fervono i preparativi, pur senza fervore nell’animo che pare non se la senta di espandersi in vistosi festeggiamenti.
Ma le luci, la pubblicità, trasformano la realtà, insieme alle vetrine già addobbate e incise di lustrini e fiocchi rossi che ci guardano interrogativi, spunta un cielo d’oro e desueto.
Un luogo inaspettato di concordia, pur senza nulla aver previsto, pur senza tutto poter capire. Un limbo fra la gioia e il dolore, un brivido di nostalgia.
il “luogo” Natale ci costringe ad immaginare montagne nevose, suoni di cornamusa, carillons appesi alle culle dei bambini che dormono e succhiano il ciuccio.
Abeti austeri travestiti e affollati di palle colorate e luci intermittenti accompagnano il ritmo del cuore che batte.
Lo sento confuso quel battito corale che sa di dover anticipare la festa.
Glielo dice l’aria fredda odorosa di nebbia, i guanti rossi di lana, il manto lucente di un cane nero.
E gli alberi che già stentano a fermare le foglie in caduta si nutrono di quell’atmosfera irreale e distante da quel Natale mesto che ricordavano. Le loro radici lo sanno che Gesù è nato in una stalla, il bue, l’asinello, Maria e Giuseppe. E la paglia a riferire la povertà
E la cometa che tanto ha da dirci dei suoi viaggi, che tanto ha da darci nel suo meditare,
abbonda di stelle che seguono la scia luminosa, volano e nuotano anche in quel cielo nero che talvolta riposa senza quiete, alberga senza sonno, fra la mente e il cuore.
Andreina Corso
27/11/2014