I profughi sono in arrivo, e la ex scuola di Trivignano è pronta, ma c’è una raccolta firme contraria, servira’?
A Trivignano, nella ex scuola elementare, troverà posto il primo nuovo centro di accoglienza per i profughi in arrivo.
La scelta è stata quasi automatica, visto che l’edificio è idoneo allo scopo e non ha bisogno di grossi lavori. Come noto, infatti, L’accoglienza dei profughi in arrivo è un fatto urgente.
Sui numeri degli immigrati in arrivo a Venezia o in Veneto è inutile scommettere. Gli 800 iniziali supereranno ampiamente le mille unità e comunque sono previsioni ottimistiche visto che al 10 luglio ci sono stati 72 mila sbarchi in Italia, contro i 42 mila del 2013.
I primi arrivi sono previsti a partire dalla prossima settimana e continueranno fino a fine anno.
Profughi in arrivo, ex scuola Trivignano pronta, e in paese ci si prepara all’arrivo degli immigrati, per così dire. Giovedì quando nel giardino della ex scuola sono arrivati i giardinieri per tagliare le erbacce incolte e sistemare i giardini la gente ha capito, e qualcuno ha fatto partire una petizione che le persone stanno firmando a gran ritmo.
Servirà?
Redazione
[26/07/2014]
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Sig. Tozzato complimenti per la sua lettera, ha proprio ragione Lei il Sig. Zappalorto sicuramente non Zappa l’Orto a Trivignano !!!!!!!!!
aiutiamo i profughi a casa sua, come dice Zaia!!
Quello che sta succedendo in questi giorni all’ex scuola elementare di
Trivignano con la decisione di trasformarla in “hub” per lo smistamento dei
profughi, può essere considerato come l’ennesimo esempio di come, la totale
impreparazione e miopia organizzativa della classe dirigente locale (vecchia e
ma anche nuova) sta riducendo questo territorio.
Per arrivare a questa, solo apparentemente frettolosa conclusione, basta
ripercorrere la storia di questo immobile.
Poco più di una decina d’anni fa, l’amministrazione comunale ha deciso di
avviare l’iter per la costruzione della nuova scuola elementare di Trivignano,
mandando in “pensione” la precedente.
La vecchia scuola, è situata proprio sulla via Castellana, nel cuore di
Trivignano, in mezzo a case e attività commerciali. Per gli oltre dieci anni
che sono serviti per la costruzione della nuova scuola (anch’essa situata
comunque nelle immediate vicinanze), la vecchia scuola ha continuato ad essere
utilizzata pienamente fino al giugno 2013.
Come appena ricordato, le varie amministrazioni comunali che si sono
succedute, hanno avuto oltre dieci anni per programmare la dismissione della
vecchia scuola e questo si sarebbe dovuto fare con la logica del “buon padre di
famiglia” e cioè: se ho un bene che non utilizzerò più ma che ha ancora un
valore significativo, cercherò comunque di metterlo a profitto…o vendendolo,
recuperando risorse economiche oppure individuando per esso un nuovo utilizzo
che vada però a vantaggio della comunità di persone che abitano nel territorio
in cui quel bene è situato e a cui, in un certo senso, “appartiene”.
Come abbiamo avuto modo di constatare, nulla di tutto questo è stato fatto e
si è arrivati all’inaugurazione della nuova scuola, senza che vi fosse la
benchè minima idea di cosa fare della vecchia scuola: oltre 10 anni di
possibile sana e ponderata programmazione, semplicemente buttati al vento.
Con il giugno 2013 al termine dell’anno scolastico, la scuola è stata chiusa e
i bambini da settembre hanno iniziato le lezioni nella nuova struttura.
Nell’ultimo anno i cittadini di Trivignano si sono mossi chiedendo che, in
attesa di soluzioni definitive, la vecchia scuola venisse assegnata alla
comunità, per essere comunque mantenuta viva con attività culturali, ma
purtroppo dall’amministrazione comunale non è mai arrivata nessuna risposta.
Quindi fino a pochissimi giorni fa, le idee del comune su questa struttura
erano, come si suol dire, poche e ben confuse e variavano tra l’incapacità di
trarne profitto alienando il bene e all’abbandono più totale, in un’atmosfera
di inspiegabile torpore.
Le idee si sono però improvvisamente chiarite in questi giorni con la
decisione perentoria e a quanto pare irrevocabile, del commissario
straordinario Zappalorto di destinarla a “hub” per i profughi: e il risveglio
dal torpore per la comunità di Trivignano, è stato a dir poco amaro.
Già Trivignano, ma cosa sa il commissario Zappalorto di Trivignano?
Questa frazione è l’ultima del comune di Venezia e si estende lungo la
Castellana in direzione Martellago, è abitata da una comunità molto unita,
attorno alle poche strutture esistenti: la scuola, la parrocchia, l’asilo, il
parco. Poche le attività commerciali, che sopravvivono accerchiate dai vari
centri commerciali della zona. Questa è una comunità tranquilla, che ha negli
anni saputo dare prova anche di solidarietà e integrazione, diverse sono
infatti le famiglie straniere che si sono insediate nel territorio gradualmente
negli anni.
Tutto questo adesso rischia di venire travolto dalla decisione affrettata e
presa senza alcuna conoscenza del territorio, da parte del commissario
Zappalorto.
Nel destinare l’ex scuola a “hub” per i profughi, il commissario ha pensato
alle persone che vivono a Trivignano? Ha pensato a chi garantirà la loro
sicurezza, sia in termini di ordine pubblico che sanitario? Questo “hub” sarà
un centro aperto, con queste persone che potranno circolare liberamente per il
paese, oppure verrà “militarizzato” segregando questi poveri profughi nella
struttura? La presenza di bambini nell’hub implicherà che questi parteciperanno
alle lezioni dell’asilo e della scuola? Quale sarà il valore immobiliare futuro
delle case che si trovano nei pressi della struttura? E delle attività
commerciali?
Queste sono solo le domande più banali, anche scomode, ma tremendamente
pragmatiche e realistiche che si stanno facendo le persone della comunità di
Trivignano, ma che avrebbe dovuto farsi anche il commissario Zappalorto, prima
di prendere la decisione.
In questa vicenda non sono in discussione i principi dell’accoglienza o
dell’ipocrita solidarietà, ma è in discussione ancora una volta l’incapacità
assoluta della classe dirigente locale, sia quella vecchia, perchè se in oltre
dieci anni avesse trovato una soluzione per tempo per l’ex scuola non ci
sarebbe questo problema, sia quella nuova, perchè il commissario Zappalorto da
funzionario statale esterno, completamente estraneo e insensibile alle esigenze
locali, ha scelto in modo perentorio questa strada senza consultarsi con la
comunità. Provocatoriamente verrebbe da chiedersi se avrebbe preso la stessa
decisione, se avesse la residenza a Trivignano.
Perchè non si sono percorse altre strade? Perchè non si sono valutate altre
soluzioni, magari più decentrate?
Il commissario afferma che questa era l’unica struttura disponibile, ma da
queste affermazioni risulta ancora evidente la miopia della decisione: si è
valutata solo la disponibilità a breve di un immobile e non gli impatti che
questa decisione può comportare nella qualità della vita delle centinaia di
persone che vivono attorno a quell’immobile.
L’unica cosa che c’è da augurarsi è che si tratti di una soluzione temporanea
e che a breve si individui per l’hub una sede diversa e più adeguata.
Il commissario Zappalorto doveva e dovrebbe infatti ricordasi sempre che è
commissario straordinario del Comune di Venezia e che, come tale, dovrebbe in
primis tutelare le esigenze e i diritti dei suoi cittadini, in questo caso la
comunità che risiede a Trivignano. Poi per tutto il resto, la solidarietà,
l’aiuto ai profughi, ecc…certamente va fatto ma nel rispetto dei tempi e
delle possibilità che una comunità riesce a produrre: se il Comune di Venezia,
non aveva strutture adeguate pronte e che non compromettessero l’equilibrio
sociale di una parte della sua comunità, doveva dirlo e comunicare agli enti
preposti i tempi entro cui sarebbe stato in grado di dare tale disponibilità,
come del resto hanno fatto anche altri comuni importanti di questa regione.
La comunità di Trivignano resta urgentemente in attesa di risposte, in primis
dal commissario straordinario e più in generale dal Comune di Venezia, ma anche
dalla Regione Veneto, alle tante domande che si sta facendo…