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Come i supermercati alzano gli incassi: il caso del Billa delle Zattere

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billa

Sabato pomeriggio, momento di spesa nei supermercati per molte famiglie, improvvisamente, però, al “Billa” delle Zattere, a Venezia, il meccanismo si inceppa.
«Scusi signorina, questo non è il prezzo dei pistacchi, devono costare meno…» dice una coppia mentre i loro prodotti vengono “bippati” sul nastro, «Eh lo so, i pistacchi sono cari», «No, non ha capito, li ha passati a 8,99 mentre sono esposti a 1,99» – «Ah, ok, ora chiamiamo il direttore».

Il direttore, una giovane di nome Luana, inizialmente mostra disponibilità: «Andiamo a controllare», poi però, davanti alla merce e relativo cartello con il prezzo, arriva la sorpresa: «Mi spiace signore, lei ha scelto un prodotto da 8,99», «Ma come – risponde il cliente – se qui c’è il prezzo esposto, c’è scritto 1,99», «Eh, ma quello si riferisce ad un altro prodotto…».

Incredulità nel volto dell’acquirente, ma la direttrice spiega: «Se lei guardava bene, qui c’è un altro cartello con il prezzo del prodotto che lei ha acquistato: 8,99».
In effetti, da un’altra parte, vi era un cartello che recitava 8,99 in netto contrasto con quello che campeggiava sulla merce (vedi foto).
«Ma perché un cestone dovrebbe avere due prezzi?» chiede il cliente, «Perchè al suo interno vi sono due prodotti, uno da 1,99 e uno da 8,99 e lei ha scelto il secondo».
«Ok, mi mostra un prodotto da 1,99 per favore, che prendo quello?», «Non posso – dichiara il direttore – non ce ne sono. Sono terminati».

«Ma mi prende in giro? Se erano finiti dovevate togliere il suo prezzo, non lasciarlo ad indicare un altro prodotto che costa di più del 400%».
A questo punto si intromette l’addetto del reparto ortofrutta con modi parecchio aggressivi: «Ma cosa vuole? Ma di cosa va in cerca? Il prodotto che costava meno è appena terminato in questo momento», «Va bene, e voi dovevate toglierne il prezzo…», «Si, e adesso io vado su e giù ogni cinque minuti per vedere se un prodotto è terminato, ma va.. va..».

Il cliente, visto che le voci si alzavano e gli animi si scaldavano, abbandona la disputa e torna dalla direttrice che nel frattempo si allontanava: «Lasciamo perdere signorina, tolga il prodotto dal conto, recedo dall’acquisto» ma arrivava un’altra sorpresa: «E no, mi dispiace signore, ormai l’ha pagato».

«Ma scherza, mi sono accorto del prezzo sbagliato mentre la cassiera lo passava, è stata lei a chiudere il conto dicendo “Poi le chiamo il direttore”», «Ma lo sbaglio è suo signore, io le posso fare solo un buono».

«Premesso che non ho sbagliato nulla, ho preso un articolo con il prezzo esposto che alla cassa costava 4 volte tanto, io non abito da queste parti, magari passo di nuovo di qua tra un mese, perchè lei si deve tenere i miei 9 euro per un mese?», «Allora compri qualcos’altro», «Ma se ho già fatto la spesa…? Prendo in più per sprecare i soldi?» «Veda lei».

E mentre il cliente se ne va con il suo buono in tasca, ci viene da fare due conti: quanta gente avrà acquistato l’articolo vedendolo campeggiare con il prezzo esposto a 1,99 (che in effetti è molto conveniente) e poi non si è accorta alla cassa che costava 8,99, oppure ha lasciato perdere pensando di essersi sbagliata o perchè non aveva voglia di discutere?

Paolo Pradolin

[05/04/2014]

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29 persone hanno commentato. La discussione è aperta...

  1. Come no le altre catene sono tutte migliori…Ma x piacere se riuscite a fare una mail sarete in grado di leggere pure poi l’errore ci può stare ed il direttore e il capo reparto potevano gestirla meglio la situazione sicuramente…ma vorrei vedere quanti poi che hanno scritto hanno un attività o nel proprio lavoro sono perfetti

  2. Sui grandi supermercati (tipo Auchan, Carrefour, Panorama, ecc. ) queste cose non capitano. E non serve l’intervento del direttore, è sufficiente il personale dell’accoglienza.

  3. La cliente doveva chiamare immeditamente la Guardia di Finanza.
    Prima doveva fotografare la zona incriminata. Può anche
    rivolgersi ai consumatori e addirittura, credo, alla Camera di
    Commercio dove esiste un ufficio per redimere certi problemi.
    E poi avere un testimone è sempre conveniente

  4. Spezzo una lancia a favore del dipendente billa.
    Se l’offerta riguarda un misto guscio 3 frutti e tu presenti all cassa pistacchi, non è proprio la stessa cosa. Anche se sono nello stesso cestone, e in effetti questo è un po truffaldino, cio non toglie che si deve sempre leggere sulla confezione.
    Quante volte la gente carica in carrello dei prodotti e poi cambia idea e li abbandona a casaccio , magari insieme a prodotti meno cari.
    Respect

    • Alberto non hai visto bene la foto e non hai letto bene l’articolo: il cestone era pieno di prodotti da 9 euro con fuori il prezzo di 1,99.. non è un prodotto lasciato fuori posto…

  5. Al Billa di S. Felice il mese scorso ho riscontrato un aumento di prezzo di un pacco di biscotti (un tipo particolare che prendo sempre) da 2,45 a 3,69, quando i supermercati in media, stessa marca stessa confezione, lo vendono poco sotto i 3 euro. Ho chiesto informazioni e mi hanno risposto che sì, era aumentato “un po’”. Alla faccia di “un po’”… Niente di illegale, per carità… ma al Billa non mi vedono più, anche se ce l’ho sotto casa. Ho poi saputo che non è l’unico prodotto ad aver subito questa sorte.

  6. Ma se il prodotto era appena terminato in quel momento, come faceva la direttrice ad esserne a conoscenza?
    E poi perchè mischiare 2 prodotti in un’unico cesto?
    Qua c’è malafede.
    E sicuramente i casi di persone che se ne vanno senza discutere sono molti, anzi direi che sono praticamente tutti.

  7. Questo non succede solo al Billa, ma in molti supermercati…mescolare le ceste con i prodotti in offerta insieme ad altri che non lo sono, ma che trovandosi in quel cesto o in un cesto simile si pensa lo siano. Bisogna stare molto attenti anche con la posizione dei cartelli, a volta mancano…o sono spostati…una volta pensavo fossero delle sviste..adesso so che è un inganno.

  8. infatti il prezzi esposti c’erano era il prodotto che era finito, nn sono un legale ho solo la 3 media ma si sta facendo del buoniismo che serve solo a screditare no un’azienda , ma delle maestranze , p.s . magari nn essendo culturato nn so mandare mcommenti visto che ne ho scritto 4 e me ne hanno accettati solo uno, spero questo passi.

  9. Si pretende di avere il prodotto che c’è nello scaffale al prezzo esposto, anche se non corrispondente. In tutti i casi fa fede soltanto il prezzo esposto, anche se per errore non è stato aggiornato. Se quello battuto alla cassa è superiore, il consumatore ha diritto alla detrazione (d. L.vo n. 114/1998 e art. 1336 codice civile). Sennò si chiama la Polizia Locale o la Guardia di Finanza che sono obbligati ad intervenire. Si perde un po’ di tempo, ma si ha giustizia.

  10. Proviamo a pensare ad una cosa che nasca dal basso (anche se è già stata proposta da altri):
    21 aprile (lunedì di Pasqua) e primo maggio, sciopero della spesa.
    Perchè le nostre vite non siano vendute alle logiche del profitto. Per dire no al far west sui diritti dei lavoratori.
    A sindacati, partiti, associazioni dei consumatori, Comuni la richiesta di sostenere questa protesta. Ai sindacati del commercio la richiesta di proclamare lo sciopero per proteggere quei lavoratori che si rifiuteranno di lavorare in queste date.

  11. A me non va che sempre al Billa delle Zattere ogni volta che chiedo un etto di affettato siano sempre 120/130 grammi e segua la solita domanda: “lascio?”. Strategie di vendita appurate

  12. All’Oviesse, in una situazione simile, visto che il cartello dava adito ad errore (due prodotti simili con prezzi molto diversi messi vicini) hanno applicato il prezzo più basso per correttezza.

    Io consiglio di portare le foto, visto che ci sono, a qualche associazione consumatori…

  13. io ci lavoro presso questo supermercato e ve lo giuro nn e facile gestire migliaia di prezzi , nn mi sembra nobile sparare sulla professionalita’ degli adetti , seguono degli stand aziendali, in questo caso il cartello certo nn doveva piu esserci x carita pero’ un misto frutta nn e certamente un pacco di pistacchi ( vedi foto) nn commento il comportamento del collega nn ero presente , c’e’ gente che si alza alle 3 della notte x il suo lavoro e gente e arriva a casa a quell’ora e in questo momento di crisi buttate benzina sul fuoco , fate le vostre email all’azieda vi sara risposto , i vostri figli sono senza lavoro come i miei c’e’ un governo che ci dissangua e voi nn frega un …. se per un pacco di pistacchi o frutta mista infangate padri e madri di famiglia.

    • caro Sandro, io ero presente, sarebbe bastato che la ragazzina “direttore” avesse rimborsato l’oggetto che il cliente non voleva più (e magari aggiungere un : scusi per il disguido non sarebbe stato male).
      Invece i soldi della merce non acquistata se li sono proprio tenuti, in cambio di un “buono”.
      E questo non è certo colpa del governo…

  14. al Billa delle zattere fanno i furbetti succede da tempo .e successo anche a me con una bottiglia di vino sempre dentro al cesto con due prezzi … io sono un maleducato alto 185 e con la voce molto grossa…=mi hanno stornato lo scontrino. ma bisogna pur difendersi

  15. non deve più succedere, è ora che la gente controlli e denunci, le famiglie sono strangolate dalla crisi e dare da mangiare ai figli è diventato davvero difficile…

  16. Succede in molti supermercati, d’ogni catena: di solito, il cartellino con scritto “offerta” è su altri prodotti, non scontati, dello scaffale. Distrazione, dicono. A meno che sia, come in qualche ristorante, per la voce “s.v.v.” del conto: che significa “se va, va”. E se non si chiede, va.

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