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Alla messa di mezzanotte… ma chissa’ chi e’ suo genero. Di Cesare Colonnese

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le cose cambieranno, il farlo credere. Si puo’ aiutare in molti modi, anche con la parola, con l’Amicizia.

Auguri, auguri, auguri … urla ancora ad alta voce un’anziana mezza sorda. E si ferma dinanzi ai gradini della chiesa, si sistema il fazzoletto annodato intorno al volto e sottovoce parla della vicina che camminando velocemente si infila in chiesa prima di lei.
“Te par che coragio, anca a messa ea vien.”

Pettegolezzi di quartiere, nulla di cui spaventarsi. Io sono li’ vicino mentre fumo malvolentieri quella sigaretta che quasi mi scivola via dalle mani gelate. Un po’ fumo e un po’ ascolto, affascinato dal mio dialetto e da quel modo divertente di spettegolare sui vicini.

L’anziana ha due amiche al suo fianco. Una la tiene sottobraccio e urtandola piu’ di una volta le dice: dighe, dighe a ea chi che xe so genero! Poi si accorgono che sto ascoltando, allora faccio qualche passo e mi sposto. Peccato, ho perso l’ultima puntata… chissa’ chi e’ suo genero!

Entro in Chiesa e le campane intanto iniziano a suonare a festa. E’ mezzanotte. E’ Natale. La Chiesa e’ gremita ed io rimango in piedi proprio vicino alla porta. Infilo gli occhiali da sole scuri perche’ l’idea di non vedere mi da quasi la sensazione piacevole di non essere visto. In fondo sono lì per sentir la Messa, non per chiacchierare con Amici. Poco piu’ in la c’e’ un Gesu’ bambino. Bello, cicciotto, occupa tutta la culla. Maria lo guarda dolcemente, mentre gli occhi di Giuseppe guardano verso una pecora. Le stelle si muovono in quell’enorme cielo di carta e una cometa sembra conduca proprio alla capanna. Si ode il rumore dell’acqua che scende e un meccanismo arruginito e rumoroso fa andare per inerzia un falegname senza una gamba. Gambadilegno penso io! Sorrido e poi mi rimprovero da solo: cretino, guarda che sei in Chiesa!

Quell’attimo sembra una magia. I suoni, i colori, i profumi, tutto sembra condurmi verso un mondo migliore. La Messa e’ cominciata, quando mi accorgo che sul tavolo vicino a me al centro vi e’ un enorme vassoio con un grande grappolo di uva bianca. Al momento ho le mani congiunte.

In un attimo di distrazione dei miei vicini allungo la mano e stacco un acino di uva. E’ vero, penso! Non sapendo dove nasconderlo, lo nascondo in bocca e lo mando giu’.Poi un altro poi un altro…
“Vi benedica Dio Onnipotente…la Messa e’ finita’ andate in pace.”
Anche l’uva era finita. La avevo mangiata tutta io.

Vi auguro un Natale d’Amore, vi auguro che quell’Amore sia così puro e forte anche quando Natale sara’ trascorso. E per il nuovo Anno Salute, Amore e denaro. Non solo il necessario, ma tanto di quel denaro da perdarlo dae scarsee. Credeteci, in fondo non si paga…

Un calderino a tutti dal Vs.
Cesare Colonnese

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