la storia gli ha procurato cercando nella sua pittura una via di salvazione, denunciando uno scempio fisico e morale in divenire nel momento della nascita dei suoi capolavori.
Poichè il focus della sua arte è, in maggior parte, Venezia ecco che per l’Artista si rendeva quasi necessario appellarsi al suo passato andando a rivisitare e reinterpretare i grandi vedutisti del XVIII° secolo, in particolare il grande Canaletto che della Dominante ci ha tramandato il sunto urbanistico tanto perfetto da sbalordire, ancor oggi, gli studiosi di tutto il mondo, senza dimenticare
la sostanziale affinità culturale con i capricci tiepoleschi che gli hanno regalato il piacere della presenza entomologica, floreale e antropomorfa in molte delle sue opere, quale contributo testimoniale dell’essenza affabulatoria del racconto.
Al cospetto dei suoi lavori viene da chiedersi, spesso, cosa prendere prima in considerazione, se la bellezza della declinazione pittorica tanto ricca di dettagli ( talvolta ottenuti con l’uso di tecnologie all’avanguardia necessarie alla concretizzazione delle sue intenzioni espressive ) oppure il sotteso peso culturale della storia narrata illusoriamente. Bastano, comunque, pochi attimi per ritrovarsi ad assaporare l’intero prodotto che risulta talmente ben amalgamato da togliere ogni dubbio allo spettatore il quale si sente trasportato in un mondo parallelo ove ogni idea ha diritto di cittadinanza e la denuncia potrebbe, perfino, venire accolta !
E’ curioso notare come il quasi inevitabile accosto alla Pop Art, abbia dato vita nella mente e nelle soluzioni tecniche di De Luigi ad opere di particolare qualità pittorica e visionaria, con inattese scenografie sempre arricchite dalla superba specificità icastica usata che si fa, costantemente, contenitore primario delle idee espresse. In questo contesto l’Autore non si è fatto scrupolo di coniugare antico e
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