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Australian Open, re e regina cercasi

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Luca Ferrari
ferrariluca@hotmail.it

Mentre l’Europa giace sotto un non troppo gelido inverno, in Australia è tutt’altra stagione e il sole splende impetuoso. In attesa di vedere prendere il via la prima prova del Grande Slam sul cemento di Melbourne (16-29 gennaio), l’eterno secondo Andy Murray ha subito piazzato la prima fiammata conquistando il torneo ATP di Brisbane, emulato nella medesima settimana da un’altra eterna promessa, il francese Jo-Wilfried Tsonga (n. 6), che in Qatar ha centrato il primo successo stagionale piegando in finale il connazionale Gael Monfils.

Chi sarà  il nuovo re d’Australia? Dopo un’annata a dir poco straordinaria, il campione uscente e numero 1 del mondo Novak Djokovic non sembra offrire quella supremazia totale che in passato hanno dimostrato i leader della classifica. Nel 2011 Novak ha tenuto dei ritmi impressionanti che lo hanno portato a conquistare dieci titoli, inclusi Australian Open, Wimbledon e US Open, gli ultimi due in finale contro Rafael Nadal, e fallendo il Grande Slam per mano di Roger Federer che lo ha sconfitto in semifinale del Roland Garros. Dopo New York però, da settembre, tra infortuni e scarsa condizione, non ha più vinto un torneo. I bookmaker lo danno comunque per favorito. Qualcuno dietro di lui intanto scalpita, ma non è un giovane rampante. È un elegante trentenne. Mr 16 Slam, Roger Federer. Il tennista elvetico per la prima volta dal 2002 non ha vinto nessun titolo dei quattro più celebri, ma è altrettanto vero che ha giocato un’ultima parte di stagione a dir poco straordinaria incamerando tre tornei nel solo mese di novembre incluso l’ATP World Tour Finals di Londra. Ha vinto tutto ma ha ancora fame. Dei primi tre favoriti solo lo spagnolo Rafael Nadal appare il meno quotato al successo. Ha solo 25 anni ma il fisico sembra reggerlo meno di una volta. Di effettivi pretendenti al trono d’Australia ce ne sono ancora due. Proprio loro, i due tennisti che hanno iniziato l’anno vincendo un torneo. Murray e Tsonga. Il francese è una mina vagante, capace di entusiasmanti exploit ma senza trovare mai la continuità  necessaria per fare il salto di qualità . A livello psicologico il 2012 potrebbe essere l’anno decisivo.

Diverso è il caso di Murray. Dal 2012 lo scozzese ha un’arma in più, e a quanto sembra ha dato subito i suoi frutti. È il suo nuovo allenatore: Ivan Lendl. Un monumento del tennis. I due atleti hanno qualcosa che potrebbe accomunarli. Murray ha 24 anni e fin’ora disputato tre finali del Grande Slam (Us Open 2008, Australian Open 2010-11) senza mai vincerne una. Lendl alla sua età  aveva lo stesso problema, solo che di finali perdute ne aveva già  incassate quattro: Roland Garros (1981, sconfitta contro Bjorn Borg), US Open (1982-83, sconfitte entrambe contro Jimmy Connors) e Australian Open (1983, sconfitta contro Mats Wilander). Di lì a poco si sarebbe sbloccato, e in una delle finali più memorabili della storia del tennis, conquistò il suo primo titolo sulla terra parigina contro John McEnroe, recuperando uno svantaggio di due set a zero. A fine carriera il suo palmares avrebbe contato otto prove del Grande Slam, e altre sette finali. Una nuova storia di rivincita e successi sta forse per iniziare?

Se nel tabellone maschile, a meno di infortuni o crolli psicofisici, i palpabili vincitori si contano su una mano, è decisamente più aperta la sfida nel campo femminile dove tramontato il dominio di Serena Williams, una vera leader da allora non c’è più stata. L’americana non si è ritirata ma non ha più quella grinta che l’ha portata a vincere quattro titoli a Wimbledon e 5 proprio in Australia. Oggi è n. 12 al mondo. È imprevedibile, ma forse la sua testa è più sulle passerelle di moda che non sul bollente cemento del Flinders Park. Le quote di prima favorita flirtano in modo deciso verso la ventunenne ceca n. 2 al mondo Petra Kvitova, capace di trionfare la passata stagione in sei tornei incluso Wimbledon, il WTA Tour Championship di Istanbul e concludendo il 2011 alla grande con il successo in Federation Cup, dove le sue due vittorie in singolare contro Marija Kirilenko prima e Svetlana Kuznetsova poi, hanno contributo in modo decisivo al 3-2 finale sula Russia a Mosca. Sarà  finalmente l’anno di Caroline Wozniacki? Numero 1 al mondo, ma regina senza titolo. Ha sfiorato una sola volta un titolo Slam (US Open 2009), ma perse in due set contro l’esperta belga Kim Clijsters; l’anno scorso in Australia il cammino della tennista danese si fermò alle semifinali. N. 3 della classifica WTA mondiale, la bielorussa Victoria Azarenka è anche lei a digiuno stretto di Slam. Ci riproverà  sicuramente Maria Sharapova, ancora altalenante nei risultati, ma atleta ritrovata e desiderosa di bissare il successo ottenuto nel 2008. Molto dipenderà  anche dal tabellone.

Se è molto difficile (impossibile) che la spedizione del tennis maschile italiano, i cui valori in campo non lasciano troppe speranze, possa andare oltre un ottavo di finale, diversa è la situazione del gentil sesso con le consuete ottime chance di fare un buon torneo per le moschettiere azzurre Francesca Schiavone (n. 11 WTA), Flavia Pennetta (20) e Roberta Vinci (24). La settimana scorsa ad Auckland la tennista brindisina è stata a un passo dal decimo titolo in carriera, poi la schiena l’ha tradita e ha dovuto alzare bandiera bianca. La condizione comunque c’è.

Buon tennis a tutti, e buono spettacolo.

[13/01/2012]

mario nascimbeni
[redazione@lavocedivenezia.it]

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